"Ti amo già da un po'" di Tania Paxia

Buona domenica wordsbookiani!!!

Come state? Cosa leggete di bello?
Finalmente sono in ferie!!!! E ieri ho ben pensato di bruciarmi al sole per cominciare bene le vacanze. Sono un completo disastro e ora sento ancora più caldo di prima perché sono proprio io il termosifone ^_^ Dovevo aspettarmelo, sono bianca come una mozzarella ed era da un po' che Casper mi aveva fatta entrare in famiglia, stare al sole, in montagna, non era una delle idee più brillanti che mi siano venute in mente, ma la lettura mi ha distratto e il risultato è che ora sono un pomodoro!

Così oggi, vicino al mio fidato ventilatore sono qui per parlarvi di un nuovo romanzo. Vi segnalo infatti l'uscita, di pochi giorni fa, del nuovo romanzo di Tania Paxia, Ti amo già da un po'. Tania non è nuova qui su Words of books, vi avevo già parlato di lei con l'uscita di Sono io Taylor Jordan!, vi ricordate? (se no, andate a rivedere il post cliccando QUI).
Ma ora vediamo di cosa tratta questo nuovo romanzo...

Ti amo già da un po'
di Tania Paxia

Editore: Self publishing
Pagine: 267
Prezzo: 0,99 €
Formato: Ebook
Data pubblicazione: 22 luglio 2015
Link acquisto: amazon.it

Trama:
Keene,
New Hampshire, 
5 Giugno 2006
Ore 22:50
Harper


Lei era lì, dall’altro lato della strada, più bella che mai, con i capelli castani tirati in una coda di cavallo, mentre sorrideva allegra, aggiustandosi la piccola borsa a tracolla che le era scivolata di fianco. Indossava degli shorts corti di jeans, abbinati a una t-shirt rosa. Era accaldata, forse era davvero corsa fin lì da chissà dove.
Il tempo si fermò, concentrandosi in un solo attimo. L’attimo in cui realizzai che non era lì per me, ma era insieme a…

May


“Owen” mi bloccai all’istante, senza fiato. “Ci sediamo?” gli indicai una delle panchine che costeggiavano la strada, di fronte al gazebo rotondo in legno, nella piazza principale. Era uno dei miei posti preferiti.

Un biglietto. Un malinteso. Questo ha portato Maybelle Watson (detta Trilli) e Peter Harper ad allontanarsi. Da amici per la pelle, sono diventati due estranei, per gli otto anni consecutivi, fino a quando May, stufa della sua vita a New York, del suo lavoro di avvocato, del suo fidanzato apatico e insensibile, avvocato anche lui, decide di tornare a Keene. Ed è qui che incontrerà di nuovo Peter Harper, il suo amico speciale, il suo Peter personale. Tra liti, scontri e cioccolate calde col cuore di gelato, May scoprirà cosa Harper avrebbe voluto dirle quella sera di inizio estate.

DUE PAROLE SULL'AUTRICE

Tania Paxia vive a Bibbona, un paesino nella provincia di Livorno. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza (Magistrale) di Pisa e una delle sue grandi passioni è scrivere. “Nicholas ed Evelyn e il Diamante Guardiano” è il suo primo romanzo. Il racconto che lo segue “Nicholas ed Evelyn e il Dragone Carbonchio” è uscito il 1 marzo. Il secondo della serie “Nicholas ed Evelyn” è in fase di scrittura. Nel frattempo, ha scritto altri libri: “La Pergamena del Tempio” un giallo su base storica edito da Europolis Editing, in ripubblicazione autonoma il 14 agosto 2015, un paranormal “Il marchio dell’Anima EVANESCENT The Rescuer of Souls #1”, un fantasy “La cacciatrice di stelle” e una commedia romantica intitolata “Sono io Taylor Jordan!”.

Per ulteriori informazioni potete trovare l'autrice su:
Blog | Goodreads

L'altra volta vi ho lasciato il booktrailer per incuriosirvi un po', oggi invece vi lascio un estratto così da potervi immergere direttamente nella lettura:

Keene, New Hampshire
5 Giugno 2006
Ore 22:50

Harper Calma. Mantieni. La. Calma.
Era in ritardo soltanto di venti minuti. May è sempre in ritardo, del resto. Ero stanco di fare avanti e indietro sull’asfalto, quindi mi ero seduto su uno degli scalini del gazebo in legno, a pianta ottagonale, con il tetto a punta, situato nella piazza dove di solito io e May ci soffermavamo a mangiare qualcosa, dopo scuola, prima di tornare a casa. Questo accadeva prima che May si mettesse con Owen, qualche mese fa. Che poi non ne era neanche innamorata. Era più una cosa…fisica, da quanto avevo capito.
Mi mancava trascorrere il mio tempo con lei. May. È la mia migliore amica da quando ho memoria. E all’improvviso era scomparsa. La vedevo soltanto a scuola e di sfuggita dalla finestra di camera mia, dall’altro lato della strada. Fu allora che mi resi conto di quanto lei fosse importante. Non solo come amica. E allora avevo escogitato un piano. O meglio, Syd, mia sorella minore, aveva escogitato un piano. Le aveva lasciato un biglietto da parte mia, nella sua borsa, nello spogliatoio delle ragazze, durante l’ora di ginnastica. Un piano perfetto.
Lei si sarebbe presentata e le avrei detto ciò che provavo, senza mezzi termini, senza indugi, senza perdere ancora altro tempo prezioso. May era una ragazza che agiva d’istinto e mi avrebbe baciato, lì, sugli scalini del gazebo. Il nostro posto. No. Scossi la testa con vigore, avvilito. Queste cose accadono soltanto nei film, con il colpo di scena finale, quando lo sfigato – ovvero io, in questo caso – viene raggiunto dall’amata, dopo una corsa sfrenata, per rivelargli i suoi sentimenti ricambiati.
Scossi ancora il capo per scacciare dalla testa quel film mentale che mi ero immaginato. E fui assalito da un dubbio infernale: E se si mette a ridere? Pensai all’improvviso. Mi passai una mano sulla faccia. Che idiota! Ravvivai con rabbia il ciuffo di capelli arruffati che mi era ricaduto sulla fronte, cercando poi di massaggiarmi le tempie con movimenti regolari, per allentare il nervosismo. Scattai in piedi, dopo aver realizzato che sarebbe successo tutto l’opposto di ciò che avevo immaginato. Perché lei mi avrebbe detto che eravamo amici, quasi fratelli e che era una cosa impossibile. Dovevo scappare, finché ero in tempo. Potevo ancora svignarmela. Le avrei inviato un messaggio, dicendole che avevo avuto un contrattempo o mi sarei inventato una scusa stupida. Ero diventato bravo nell’inventarmi storie. Guardai l’orologio da polso, per la millesima volta in venti minuti.
Erano le undici in punto. Alzai lo sguardo, scendendo gli scalini, ma mi fermai di botto.
Lei era lì, dall’altro lato della strada, più bella che mai, con i capelli castani tirati in una coda di cavallo, mentre sorrideva allegra, aggiustandosi la piccola borsa a tracolla che le era scivolata di fianco. Indossava degli shorts corti di jeans, abbinati a una t-shirt rosa. Era accaldata, forse era davvero corsa fin lì da chissà dove.
Peccato che la realtà fosse ben differente dai film.
Il tempo si fermò, concentrandosi in un solo attimo. L’attimo in cui realizzai che non era lì per me, ma era insieme a…

Cosa ne pensate? Ditemi tutto nei commenti ^_^
Ciaooooooooo

2 commenti

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