Italian reports • 41

Buongiorno wordsbookiani!!!

Il weekend è cominciato ieri sera con un'uscita tra amici che mi ha fatto dormire decisamente poco, ma a parte qualche acciacco da sonnolenza, mi sento bella rilassata e oggi preparo un po' di post.

Cominciamo subito con il primo appuntamento con Italian reports, dove vi segnalo il nuovo romanzo di Cecilia Claudi, The Tennerson Academy. Il segreto dei cacciatori. Un romanzo di genere fantasy/young adult, andiamo a vederne i dettagli e l'incipit.



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The Tennerson Academy. Il segreto dei cacciatori
The Tennerson Academy. Il segreto dei cacciatori
di Cecilia Claudi

Editore: Self publishing
Pagine: 411
Prezzo: 2,49 €
Formato: eBook
Data d'uscita: 20 marzo 2016
Link d'acquisto: amazon.it

Trama:
Erin è sola nella notte a combattere contro un demone con l'unico ausilio lasciatole dalla madre. Un aiuto le arriva inaspettato: Nick, un cacciatore. Questo incontro le cambierà la vita, portandola a scoprire segreti e a svelare misteri.

Cecilia Claudi
Cecilia Claudi è nata a Padova nel 1992 ed è una giovane scrittrice di romanzi di genere fantasy e new-adult. Il primo libro pubblicato è "Sogni di tenebra".

Con un ultimo movimento, finisco di chiudere gli stivali di pelle nera e mi dirigo verso lo specchio dall’altra parte della stanza. Lego i miei capelli rossi in uno chignon e mi metto un cappello, anche questo nero, per nascondere i ciuffi ribelli. Oggi è il grande giorno, o meglio la grande serata. Sono finalmente riuscita a rintracciare il mostro che stavo cercando da due mesi e tra poche ore l'avrò finalmente eliminato.
Mi guardo intorno nel mio monolocale in affitto. È piccolo, ma ci sto comoda. Non possiedo tante cose, molte le ho perse la prima volta che sono scappata, quindi è in sostanza vuoto. Gli unici oggetti importanti che ho, me li porto sempre appresso. Non si sa mai cosa potrebbe succedere. Tiro fuori dal cassetto le mie lame e, dopo essermi messa il giubbotto di pelle, esco dalla stanza e mi perdo nell'oscurità.
Corro verso il palazzo dove il mio “informatore”, non proprio volontariamente, mi aveva detto che abitava il mostro. Mi ero messa a cercarlo due mesi fa, dopo aver letto sul giornale della morte di tre ragazze squartate. Da allora ad oggi ne sono scomparse altre dieci. I giornalisti ne parlavano come del nuovo Jack lo squartatore, ma questo darebbe per scontato che l'assassino sia un essere umano, cosa che invece non è. In ogni caso, nella mia personale opinione, è più simile ad Edward mani di forbice che a Jack lo squartatore. O a Nightmare. Qualsiasi sia la sua identità, esce solo col buio. Appena arrivo nella zona indicatami, mi appiattisco contro la parete del palazzo di fronte a quello dove abita il mostro, nel tentativo di non farmi vedere. Non scorgendo nessuno, mi arrampico sulla grondaia, lasciandomi cadere sul balcone al primo piano, e attendo che il tramonto lasci il posto alla notte.
La maggior parte della caccia consiste nell’attesa, ma è una delle cose che mi piace di più. Tutta l’adrenalina in circolo, ancora senza sfogo. Tutti i possibili sviluppi che ti sfrecciano davanti agli occhi, mentre cerchi di capire quale sia quello che si avvererà. Ci sono giorni in cui vivo per questi momenti. Dopo quello che sembra un periodo eterno, lo vedo uscire dalla porta principale del palazzo dall'altra parte del vicolo. Anche lui è vestito di nero come me e ha un cappotto lungo che gli arriva a metà gambe e che oscilla ad ogni suo passo. Un cappello gli copre la testa ma riesco a notare che tiene lo sguardo basso, probabilmente nel tentativo di nascondere il proprio volto alla gente. Il tratto più riconoscibile di un demone.
La notte è scesa ormai da un pezzo e, visto che oggi è il primo giorno di luna nuova, l'unica luce che illumina la strada è quella di un lampione a pochi metri da me. La cosa non mi preoccupa molto però, perché grazie ai geni ereditati da mia madre riesco a vedere al buio meglio delle altre persone.
Mentre una macchina qualche metro più in là fa sentire il suo ruggito, il mostro avanza in direzione della strada principale. Il modo in cui cammina fa capire che ha qualcosa di ingombrante intorno alle braccia. Probabilmente le sue armi. Quando si avvicina abbastanza al mio nascondiglio, mi alzo e salto giù dal balcone, atterrando sui miei piedi in modo leggiadro.
«Ce ne hai messo di tempo ad uscire. Stavo per andarmi a prendere un the.» Sì, battuta stupida, lo so, ma non posso sempre trovarne di brillanti. Naturalmente lui non mi risponde e si limita a girarsi verso di me e a ringhiarmi contro. Nel movimento, però, il cappello a tesa larga gli cade dalla testa, rotolando sul marciapiede.

Cosa ne pensate? Vi ispira?
Ciaooooooo ^___^

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